In questo articolo parleremo dei test statistici (detti anche t-test o test di verifica d’ipotesi).
Dopo aver dato una definizione generale faremo un breve focus su cos’è il p-value, per poi andare ad analizzare i vari tipi di t-test.
Infine, vedremo come i test statistici possono essere effettuati tramite SPSSR e Excel.

Se vuoi approfondire la conoscenza di questo e altri argomenti statistici contattaci.

Cosa sono i T-test e come si costruiscono con SPSS, R e Excel

Cosa sono i test statistici

test statistici sono una procedura che ci permette di determinare se il campione di dati osservati conferma o nega un’ipotesi, cioè se (e con quale grado di certezza) sia possibile estendere alla popolazione una data evidenza presente nel nostro campione.

I test mettono a confronto due ipotesi:

  • H0, chiamata “ipotesi nulla“,
  • H1, chiamata “ipotesi alternativa

L’ipotesi nulla è presunta vera (es: tutti i corvi sono neri) e attraverso i dati raccolti cerchiamo prove per rifiutare l’ipotesi nulla accettando così l’ipotesi alternativa (in altre parole: per dimostrare che H0 è falsa è necessario trovare un corvo NON nero).

La base di ogni test statistico è un calcolo che viene effettuato sui dati campionari raccolti e che cambia a seconda del tipo di test: prende il nome di ‘Statistica Test’ (nel nostro caso si tratta della statistica test t di Student).

Alcune statistiche test presentano i gradi di libertà, che servono a identificare la curva e che dipendono dal tipo di test.

Quello di cui siamo a conoscenza è la distribuzione dei valori delle statistiche del test quando l’ipotesi nulla è vera:

T di student

Che cosa è il p-value?

Il p-value rappresenta (tecnicamente) la probabilità di ottenere valori delle statistiche del test uguali o maggiori di quello osservato (in valore assoluto).

In altre parole, è la probabilità di sbagliare rifiutando l’ipotesi nulla, cioè la probabilità di scegliere erroneamente H1 poiché H0 è vera nella popolazione (c’è sempre una probabilità di sbagliare rifiutando H0 con i dati raccolti).
Avremo quindi che, più piccolo è il p-value, maggiori saranno le probabilità di rifiutare in sicurezza l’ipotesi nulla, perché sapremo che così facendo la probabilità di commettere errori è bassa.
Essendo una probabilità, varia tra 0 escluso e 1 incluso.
Pertanto, un p-value grande indica che i dati sono compatibili con l’ipotesi nulla, mentre un p-value piccolo indica che possiamo rifiutare H0 e accettare ragionevolmente H1.

Quanto deve essere piccolo il p-value? In letteratura ci sono dei livelli riconosciuti chiamati α, cioè delle soglie convenzionali al di sotto delle quali l’ipotesi nulla può essere rifiutata: la più usata è 0,05.

Quali sono le tipologie di t-test e a cosa servono

Esistono tre tipologie principali di t-test, ovvero il t-test a campioni singolo, il t-test a campioni appaiati (o accoppati) e il t-test a campioni indipendenti. In base al tipo di ipotesi da verificare sceglieremo il t-test più adatto allo scopo.

T-test a campione singolo

Il t-test a campione singolo si utilizza quando vogliamo determinare se i dati del campione ci consentono di concludere che il valore medio di una variabile numerica può o meno essere uguale a un certo valore nella popolazione.

In questo caso avremo due ipotesi:

  • H0: µ = valore definito dall’utente (x)
  • H1: µ ≠ valore definite dall’utente (x)

Questo test è basato sulla seguente statistica test:

dove s rappresenta la deviazione standard del campione e n la numerosità campionaria.

La statistica test ottenuta viene confrontata con le tabelle della distribuzione t di Student con (n-1) gradi di libertà.

Il p-value è ottenuto nelle tabelle (o fornito dal software) ed è la probabilità di sbagliare rifiutando l’ipotesi nulla.
Quindi prenderemo una decisione in base al valore del p-value.

T-test a campioni appaiati

Il t-test a campioni appaiati (o accoppiati) viene utilizzato quando abbiamo due variabili numeriche misurate sugli stessi individui (ad esempio, il peso di un gruppo di persone prima e dopo una certa dieta).

Serve per verificare l’uguaglianza delle medie delle due variabili.

Le ipotesi saranno quindi:

  • H0: µ1 = µ2
  • H1: µ1 ≠ µ2

Oppure, se chiamiamo “d” la differenza: = (µ 1 – µ 2):

  • H0d = 0
  • H1d ≠ 0

Questo test è basato sulla seguente statistica test:

dove sd rappresenta la deviazione standard della variabile ottenuta come differenza tra le due variabili originali a confronto, la media di questa nuova variabile e n la numerosità campionaria.

Anche in questo caso la statistica test ottenuta viene confrontata con le tabelle della distribuzione t di Student con (n-1) gradi di libertà.

Questa volta accettare H0 significa che la differenza tra i due gruppi non è significativamente diversa da zero, mentre rifiutare H0 significa affermare che c’è una differenza significativa nelle medie.

T-test a campioni indipendenti

Il t-test a campioni indipendenti si utilizza quando vogliamo determinare se i dati del campione ci consentono di concludere che il valore medio di una variabile numerica in due sottogruppi indipendenti (cioè, contenente soggetti diversi) è significativamente diverso (es: età media tra maschi e femmine).
Le ipotesi saranno:

  • H0: µ1 = µ2
  • H1: µ1 ≠ µ2

E così, possiamo anche riscrivere in termini di differenza:

  • H0: µ1 – µ= 0
  • H1: µ1 – µ≠ 0

Questo test è basato sulla seguente statistica test:

La statistica test ottenuta viene confrontata con le tabelle della distribuzione t di Student con (n-2 = n1+n2-2) gradi di libertà.

Il t-test a campioni indipendenti, però, necessita di una condizione da verificare per poter essere sicuri che dia dei risultati affidabili: l’uguaglianza (omogeneità) delle varianze della variabile contenente i due sottogruppi.

Per verificare questa condizione si utilizza il test di Levene.

Test di Levene

Prima di effettuare il t-test a campioni indipendenti è, quindi, necessario verificare che la varianza della variabile numerica non sia significativamente diversa nei due sottogruppi.

Usiamo l’F-test chiamato test di Levene.

Le ipotesi sono:

  • H0: s21 = s22
  • H1: s21 ≠ s22

Cosa succede se il test di Levene rifiuta l’ipotesi nulla di varianze omogenee?

Possiamo comunque fare il test, ma dovremo usare una particolare versione del t-test assumendo varianze disuguali.

Cosa sono i T-test e come si costruiscono con SPSS, R e Excel

T-test su Excel

Come svolgere i test statistici su Excel? Per svolgere questi test utilizziamo il componente aggiuntivo “Strumenti di analisi” presente su Excel.

Per quanto riguarda il t-test a campione singolo creiamo due colonne: quella di interesse e una contenente due valori pari a zero; da “Dati” ➜ “Analisi dati” selezioniamo “Test t: due campioni assumendo varianze diverse”:

A questo punto selezioniamo le colonne nei due intervalli della finestra grafica che appare, scriviamo il valore di x che ipotizziamo (es: 23), mettiamo la spunta a “etichette” (se selezionando le colonne abbiamo compreso il nome delle variabili), e settiamo il valore di α (di default è 0,05).
Non resta che cliccare su OK: avremo una tabella con i risultati.
Nota: bisogna cancellare la colonna della variabile 2 nella tabella e dare il nome giusto al test, dato che la funzione esatta per il t-test a campione singolo non c’è).

T-test su Excel

Per il t-test a campioni accoppiati creiamo due colonne contenenti le variabili di interesse e utilizziamo lo stesso strumento di analisi precedente, in cui questa volta selezioniamo “Test t: due campioni accoppiati per medie”.

T test a campioni accoppiati su Excel

Come prima, selezioniamo le colonne nei due intervalli della finestra grafica che appare, scriviamo il valore della differenza, ovvero 0, mettiamo la spunta a “etichette” (se selezionando le colonne abbiamo compreso il nome delle variabili), e settiamo il valore di α (di default è 0,05).
Non resta che cliccare su OK: avremo una tabella con i risultati.

tabella risultati T test a campioni accoppiati su Excel

Per il t-test a campioni indipendenti creiamo due colonne contenenti le variabili di interesse e utilizziamo lo stesso strumento di analisi precedente, in cui questa volta selezioniamo “Test t: due campioni assumendo uguale varianza”, se abbiamo accettato l’ipotesi di omogeneità delle varianze, o “Test t: due campioni assumendo varianze diverse” se abbiamo rifiutato l’ipotesi di omogeneità delle varianze.

comandi t test a campioni indipendenti su Excel

Come prima, selezioniamo le colonne nei due intervalli della finestra grafica che appare, scriviamo il valore della differenza, ovvero 0, mettiamo la spunta a “etichette” (se selezionando le colonne abbiamo compreso il nome delle variabili), e settiamo il valore di α (di default è 0,05).
Non resta che cliccare su OK: avremo una tabella con i risultati.

tabella risultati t test a campioni indipendenti su Excel

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T-test su SPSS

Per quanto riguarda SPSS andiamo su Analizza ➜ Confronta medie ➜ t test di interesse

Per il t-test a campione singolo scegliamo, appunto, “T test a campione singolo”:

t test a campione singolo su spss

Nella finestra che ci si apre selezioniamo la variabile numerica su cui condurre il test e inseriamo il valore della media da testare:

inserimento parametri t test a campione singolo su spss

Per il t-test a campioni appaiati scegliamo, appunto, “T test per campioni accoppiati”:

T test per campioni accoppiati su spss

Nella finestra che ci si apre selezioniamo le due variabili numeriche su cui condurre il test.

selezione variabili T test per campioni accoppiati su spss

Per il t-test a campioni indipendenti scegliamo, appunto, “T test per campioni indipendenti”:

 t-test a campioni indipendenti su spss

Nella finestra che ci si apre selezioniamo la variabile numerica su cui condurre il test e la variabile relativa ai due gruppi, da definire (dipende da come li abbiamo codificati):

selezione varibili t-test a campioni indipendenti su spss passaggio 1

selezione varibili t-test a campioni indipendenti su spss passaggio 2

Il test di Levene per l’omogeneità delle varianze comparirà nell’output insieme ai risultati del t-test.

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T-test su R

Per quanto riguarda il software R utilizziamo la funzione t.test() per tutte e tre le tipologie di analisi.

Relativamente al t-test a campione singolo passiamo alla funzione solo due argomenti: il nome della variabile numerica e il valore della media da testare:

t test a campione singolo su R

Relativamente al t-test a campioni appaiati passiamo alla funzione il nome delle due variabili numeriche di interesse e scriviamo TRUE nell’argomento paired:

t-test a campioni appaiati su r

Relativamente al t-test a campioni indipendenti bisogna prima svolgere il test di Levene: carichiamo il pacchetto car e utilizziamo la funzione leveneTest, a cui passiamo come argomenti la variabile numerica di interesse e la variabile contenente i due gruppi:

 t-test a campioni indipendenti su R

A questo punto procediamo con il t-test a campioni indipendenti usando la funzione t.test, a cui passiamo come argomenti la variabile numerica e la variabile relativa ai due gruppi, separate dalla tilde, e nell’argomento var.eq scriviamo TRUE o FALSE in base al risultato del test di Levene:

 t-test a campioni indipendenti su R passaggio finale

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Articolo a cura della Dott.ssa Alessandra Cardinale